È un edificio in Contrada Albero della Croce, nella parte sud di Alberobello, inconfondibile grazie al colore amaranto con cui sono pitturati gli intonaci esterni dell'edificio, un impasto di latte di calce e "vuolo" (la terra tipica di questi luogi di colore amaranto).
Questa antica masseria risalente alla metà dell'Ottocento, è un luogo carico di storia. Le origini, legate ad un personaggio controverso della storia alberobellese (il sacerdote don Francesco Gigante), narrano di legami con il brigantaggio post-unitario.
Attualmente, se pur in stato di abbandono, rimane è uno degli ultimi campi di concentramento risalenti al periodo fascista ancora esistenti in Italia, durante la guerra fu infatti adibito a luogo di internamento e smistamento di ebrei e prigionieri di guerra.
Nella travagliata storia della Masseria Gigante sembra finalmente delinearsi, se non un recupero strutturale dell'edificio, quanto meno una salvaguardia della destinazione d'uso della stessa. La masseria è purtroppo attualmente visitabile solo esternamente.